Procede il viaggio dei laboratori teatrali di quartiere di Casa di Khaoula e del Centro Interculturale Zonarelli, condotti dalle guide esperte di Cantieri Meticci. Dopo la pausa estiva e i primi mesi fatti per riprendere insieme le fila del discorso, dare il benvenuto ai nuovi arrivati e consolidare il nuovo gruppo attorno al solido nucleo originario, il mese di gennaio è stato dedicato a indagare i testi e i temi attorno a cui verteranno gli esiti finali del laboratorio.
A Casa di Khaoula, si è scelto di esplorare un classico, l’Amleto di William Shakespeare: i partecipanti - inizialmente un po’ intimoriti - hanno iniziato a prendere dimestichezza con le parole del “bardo” a partire da brevi frasi declinate in improvvisazioni fisiche. Grazie al lavoro fatto ogni mercoledì sera, sono emersi temi, personaggi e sentimenti universali, quali l’amore, la sofferenza, il controllo sociale, la follia come fuga, la manipolazione, i poteri politici che opprimono l’individuo. Tutti i partecipanti - anche e soprattutto quelli che arrivano da lontano - a dispetto della lontananza linguistica del poeta, hanno iniziato ad accomodarsi e a sentirsi a proprio agio dentro un testo che all’inizio sembrava così lontano. Assieme alle azioni coreografiche e alle scene teatrali più tradizionali, l’Amleto di Casa di Khaoula sta anche imparando a giocare con la musica e il canto, in un percorso che si concluderà solo con il debutto a maggio 2019.
Al Centro Interculturale Zonarelli, nel quartiere San Donato, invece, il nucleo tematico attorno al quale cresce la drammaturgia è la solitudine. Non c’è un testo di riferimento - o meglio ce ne sono tanti - ma l’obiettivo principale è costruire una drammaturgia partecipata, dove ognuno dà il proprio contributo, con testi, immagini, canzoni, idee. Francesco, che guida il laboratorio del Centro Interculturale Zonarelli, spiega: “Lo spettacolo sarà un viaggio all’interno della mente dei personaggi. I personaggi si trovano tutti nello stesso medesimo luogo, isolato dal mondo, ma in realtà ognuno di loro è chiuso nei propri pensieri, nelle proprie angosce, succube di una ossessione che lo distanzia dal mondo e dalla realtà. Le storie si scontrano e si intrecciano ma non si mescolano mai, come tante linee rette all’infinito”. Con i partecipanti, Francesco riflette ogni mercoledì sera su cosa spinge una persona ad isolarsi, e cosa significa essere da soli e vivere la solitudine. Gli allievi partecipano in maniera attiva alla produzione dei testi che verranno messi in scena, ed insieme si creano azioni fisiche e immagini teatrali che andranno a comporre lo spettacolo finale.
Le Compagnie Meticce di Quartiere, create in anni di lavoro di rete sul territorio, sempre di più prendono forma e si fanno servizio culturale di prossimità per i quartieri coinvolti, piccole “palestre resistenti di meticciato sociale”. A Casa di Khaoula i partecipanti alle attività sono in media 20, 11 dei quali sono con noi da almeno un anno, e provengono da Italia, Marocco, Costa D’Avorio, Eritrea, Kurdistan iraqeno, Nigeria, Senegal. Mentre al Centro Interculturale Zonarelli i partecipanti sono 26 - 14 dei quali seguono da tempo le attività, e provengono da Italia, Iran, Nigeria, Pakistan, Costa d’Avorio, Mali. La percentuale di migranti, rifugiati e richiedenti asilo sul totale dei partecipanti si attesta sul 35%.
Assieme a questi il progetto Quartieri Teatrali prevede molti altri percorsi nei quartieri e nellepe scuole della città, pensati per promuovere la socialità, l'empowerment e l'apprendimento della lingua per chi arriva da lontano, e per decostruire le narrazioni ostili che sempre di più costellano le nostre città e promuovere narrazioni alternative dell'incontro e della conoscenza dell'altro.
Testo - Alessia Del Bianco