Attraversando il mare come bambini. Yakub e altre storie.
Abbiamo incontrato Yakub mentre preparavamo “Il Violino del Titanic”, la prima produzione della compagnia Cantieri Meticci. Lo spettacolo è nato nel 2013 da una riflessione sul metaforico affondamento del nostro mondo e prende spunto dal poemetto “La fine del Titanic” dell’intellettuale tedesco Hans Magnus Enzensberger. Essere tutti sulla stessa barca, e stare a galla su una zattera incerta e tuttavia quasi inspiegabilmente efficace qual è l'arte in ogni sua forma, era più o meno il fulcro di un discorso che andava oltre lo spettacolo in sé e cominciava a informare l'idea che avevamo di creare qualcosa di più grande e stabile: una compagnia autonoma, capace di un'azione politica capillare sulla città. Tanto più che, in quegli anni, migrazioni e nuove marginalità si facevano temi sempre più urgenti e avevano bisogno di risposte efficaci e dal basso.
Giovanissimo ospite di un centro d’accoglienza per minori non accompagnati, Yakub era appena arrivato a Bologna da Lampedusa quando si è unito al gruppo di richiedenti asilo che seguivano i laboratori teatrali del progetto “Compagnia dei Rifugiati”, una delle tante attività del Teatro dell’Argine di San Lazzaro di Savena a Bologna – Pietro Floridia, oggi direttore artistico di Cantieri Meticci, ormai da anni portava avanti queste iniziative.
Come tanti prima di lui, Yakub si è unito al gruppo quando l’anno era già iniziato da un pezzo; le porte della sala-prove restavano infatti sempre aperte per i nuovi arrivati, nel tentativo di includere tutte le persone che esprimessero il desiderio di partecipare alle attività, e nella convinzione che una rete di rapporti sia da subito un supporto decisivo per i nuovi arrivati.
All’inizio, Yakub parlava pochissimo italiano, ma ha accolto con entusiasmo la proposta di partecipare allo spettacolo “Il Violino del Titanic”, che forse faceva risuonare in lui temi e ricordi legati al suo passato e al suo viaggio dal Mali all’Italia. Dapprima coinvolto nelle scene corali, man mano che le sue competenze linguistiche crescevano, il suo ruolo nella storia del celebre transatlantico si è affinato, replica dopo replica. Nell'ottobre del 2014 Yakub ci ha accompagnato a Lampedusa, dove Cantieri Meticci partecipavano alla prima edizione del festival “Sabìr”, organizzato da Arci sotto la direzione artistica di Ascanio Celestini. “Il Violino del Titanic” ha conosciuto lì una delle sue repliche più intense, a un anno esatto dal naufragio che ha causato oltre 380 vittime a poche miglia dalla spiaggia dell'Isola dei Conigli. E proprio su quella spiaggia abbiamo chiesto a Yakub di raccontarci la sua storia di viaggio verso l'Italia, una ‘storia in cornice’, diventata il monologo che ascoltiamo qui nella video-intervista.
Testo e video – Alessia Del Bianco